Blog - Crediti


L'audio e i video © del Blog sono realizzati, curati e perfezionati da Lorenzo Doretti, che ha anche progettato l'intera collocazione.
L'aggiornamento è stato curato puntualmente in passato da diverse collaboratrici ed attualmente, con la stessa puntualità e competenza, se ne occupano Laura M. Sparacello ed Elisa Sori.

21 ottobre 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Cari amici, in attesa di qualche apporto più corposo , ecco il solito contributo del lunedì con la mia rubrica domenicale sul "Corriere Mercantile". Dato che voi non vedrete la pagina originale ma solo il testo, preciso che, come accade ogni volta, in redazione è stato incorporato nel brano la fotografia di una delle persone menzionate, in questo caso l'attrice Giovanna Ralli. Per i più giovani ricordo che è nata nel 1935, dopo essere stata utilizzata dal cinema quando era molto piccola (ne "I bambini ci guardano" di Vittorio De Sica" del 1942 era una bambina che giocava ai giardinetti). Esordì di fatto nel 1950 con "Luci del varietà" del 1950 di Lattuada e Federico Fellini, iniziando una carriera che proseguì sino a tutti gli anni '70 e che ha conosciuto dal 1980 ad oggi una decina di "ritorni" sino ai giorni nostri. Tant'è vero che è prevista nel cast di un film che Pupi Avati dovrebbe girare nel 2014: "Un ragazzo d'oro". Le sue prestazioni migliori le offrì nei panni di una romana, popolare  e popolaresca in molti film. Per citarne alcuni: "La famiglia Passaguai" di Aldo Fabrizi (1951); "Villa Borghese" di Gianni Franciolini (1953); appunto "Le signorine dello 04"; "Racconti romani" di Gianni Franciolini (1955); "Tempo di villeggiatura" di Antonio Racioppi (1956); "Era una notte a Roma" di Roberto Rossellini (1960) eccetera, eccetera.

VISTO CON IL MONOCOLO

TELEFONO E TELEFONINO UN FILO FRA DUE UNIVERSI
Credo che tutti vedano di continuo quelle terribili scene in televisione, quando su un terreno sul quale, come sempre, è stato consumato un crimine si aggirano presenti, parenti, estranei e indaffarati e, soprattutto in provincia, carabinieri. C’è sempre almeno un ufficiale che ha, come da tradizione, i guanti nella sinistra e un telefonino nella destra. Che cosa fa? Naturalmente telefona. Si direbbe che gli ufficiali dei carabinieri facciano inchieste solo telefoniche. Ma ormai tutti telefonano, anche se non sono carabinieri. Con il telefonino oggi si fa tutto: si parla, si fanno fotografie, si gioca, si va su internet, si leggono i libri, si frequentano i social - network, cosicché non si parla neppure più ma ci si scrive (male)  usando una sorta di cifrario simbolico che elimina anche le parole. Tutto questo in una ventina di anni che, anche sotto questo profilo, hanno di fatto sconvolto il pianeta. Due secoli fa passavano cinquant’anni e, pressappoco, i nipoti vivevano come i nonni. Adesso basta un quinto di secolo per entrare in un altro mondo. È uno spettacolo che ogni volta mi fa venire in mente un tenue ma garbato film di Gianni Franciolini del 1954, “Le Signorine dello 04” che, nel ricordo, sembra provenire da un altro universo. Come spiegare ad un giovane di oggi che sessant’anni fa (i prefissi naturalmente non esistevano) per parlare da una provincia all’altra, e forse anche all’interno della stessa provincia, era indispensabile passare attraverso un centralino (appunto lo 04) dove delle signorine indaffarate vi iscrivevano in una lista di attesa. Un’attesa spesso molto lunga che dava origini a litigi e contestazioni. Per accorciarla bisognava pagare di più. Richiamare il centralino e dire, con voce di pianto: “signorina, allora me la faccia urgente!”. E credo, magari, anche “urgentissima”. Naturalmente il film era popolato di attrici d’epoca, Antonella Lualdi, Franca Ralli, la cara Marisa Merlini, la geniale Franca Valeri (come sempre straordinaria), la catarrosa Tina Pica e di molti attori d’epoca da Antonio Cifariello a Peppino De Filippo. Ma anche essi sembrano uscire, nel ricordo, da un astronave fantascientifica. Il tempo passa troppo rapidamente.
(TITOLO ORIGINALE: "DAL TELEFONO AL TELEFONINO: UN ALTRO UNIVERSO")

2 commenti:

Enrico ha detto...

La manciata di gettoni per fare gli auguri di capodanno a mamma dalla settimana bianca a 12 anni ( e una volta ho chiacchierato amabilmente con una sconosciuta prima di capire che non era mia madre)...le telefonate dall'Inghilterra a carico del destinatario "I'd like to telephone in Italy by reversal charge" era una delle poche frasi in inglese che spiccicavo.E i centralinisti inglesi erano pazientissimi "Hold the line ...es Milanopoli que non respond" mi informavano in una specie di lingua franca.Sembra sia passata un'era geologica.Adesso ho tolto la linea fissa (pagavo più di cento euro al mese per tre euro di telefonate ed ero bombardato da messaggi promozionali)e uso parcamente il telefonino.Trovo quasi insopportabile la cafonaggine dei segnali di chiamata : da voci femminili sospirose a schiamazzi musicali a cacofonie a rumori gastrointestinali...e donne labbrute che ad alta voce raccontano gli equilibrismi della propria esistenza...e i gesticolanti invasati,che da lontano,prima di capire che stanno telefonando per strada con l'auricolare,sembrano in preda a possessione demoniaca.Le gioie del progresso!

Rosellina Mariani ha detto...

Innegabile la comodità del cellulare! Ma vi assicuro che quando sono alla fermata dell'autobus e vedo una persona salire senza staccarsi una attimo dal cellulare (la telefonata era cominciata 10 minuti buoni alla fermata)sedersi e continuare per altri venti minuti buoni( il tempo della durata del tragitto) e continuare scendendo dall'autobus e camminando per raggiungere la destinazione, non posso non pensare che qualcosa non va! Evviva il progresso: i cellulari , i computer, ma continuiamo a "pensare", magari quando si sta seduti in autobus!
Grazie per l'articolo