Cari amici, con la puntata della mia rubrica sul "Corriere Mercantile" che riproduco qui di seguito siamo arrivati al numero 52. Il che significa che la prima puntata venne pubblicata domenica 9 settembre 2012. Si è compiuto dunque un anno intero, mi auguro con un minimo di soddisfazione da parte dei lettori (ce ne sarà almeno uno?). Sto meditando di raccogliere questa prima puntata lunga 52 settimane in un volumetto. Tanto per passare alla storia e, comunque, alla geografia. Provvedo anche a rispondere a qualcuno degli ultimi commenti pervenuti sul Blog
VISTO CON IL MONOCOLO
IL FELICE COMPLEANNO DI QUESTA RUBRICA
Il giorno in cui queste
righe appariranno sul “Mercantile” sarà per me da sempre (se mi ricordo di
controllare la data) un giorno triste. Lo è da settant’anni, da quando cioè mia
madre irruppe nella stanza dicendomi: “Claudio, è finita la guerra”. Ed io
risposi (sulla sagacia di quella risposta sono vissuto di rendita, in famiglia,
non so per quanti anni): “No, non è vero. Ricomincerà più di prima, è sarà
molto peggio”. Tuttavia, nel mio caso specifico, la cupezza umiliante e tragica
del ricordo dell’otto settembre 1943, è in qualche modo alleviata da una
notazione più affettuosa. La puntata di oggi di “Visto con il Monocolo” sarà la
52a della serie, compiendo cioè un anno. Essa iniziò, infatti, il
giorno 9 Settembre 2012. Nel tentativo di dare una mano riconoscente al mio
vecchio giornale (al “Mercantile” ho collaborato, poi sono diventato
praticante, poi, come si dice, “sono passato professionista” e complessivamente
vi ho lavorato per 23 anni) proposi al direttore Angeli, in carica ormai da
decenni e decenni, una mia rubrichetta settimanale di varia umanità, una delle
tante che ho alimentato, anche sul “Mercantile”, nel corso di una lunga
carriera. Mimmo l’ho conosciuto quando era ragazzo, il figlio del più
tempestoso ma anche del più bravo fra i vecchi linotipisti del “Mercantile”,
nel lunghissimo periodo, difficile ma felice, di quando i giornali si facevano
con il piombo, modellandolo e piegandolo: un periodo decisivo, che durò circa
dal 1880 al 1970, durante il quale il mondo cambiò quasi completamente. La
proposta fu accettata e da allora, ogni domenica (dovrei dire ogni venerdì,
perché questo è il giorno in cui redigo la rubrica) mi ritrovo con questo
appuntamento con i lettori. Mi auguro di trovare ogni volta un argomento, magari
minimo, in grado di ristabilire ebdomadariamente quel rapporto sotterraneo e
segreto che si instaura, con silenziosa tirannia, fra chi scrive e chi legge.
In linea di massima, ci
sarò riuscito? E’ l’interrogativo eterno che assilla ogni giornalista (sia
celebre o sconosciuto) ogni qual volta termina un articolo. Anche io me lo
chiedo, una volta alla settimana. Se qualche lettore me lo vorrà confermare, mi
farà profondamente piacere.
3 commenti:
Sei stato lungimirante fin da giovanissimo!!
Per quello che riguarda quello che ogni giornalista si chiede : "sarò riuscito a stabilire ancora una volta il rapporto fra chi scrive e chi legge..." ( è quello che mi chiedo sempre ogni volta che va in onda un mio servizio) ti assicuro che, nel mio caso ,lo stabilisci sempre!
Grazie per questo articolo
Leggere i suoi scritti è un piacere irrinunciabile.
Leggere i suoi articoli è una piacevolissima consuetudine, per lo stile e la qualità/quantità dei contenuti, densi di informazioni per gli appassionati di cinema e di storia
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