Blog - Crediti


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16 settembre 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Ecco l'abituale testo del lunedì riguardante la mia rubrica domenicale sul "Corriere Mercantile". Mi par giusto informare i lettori che il ciclo di film di cui parlo nella rubrica ha avuto un ampio risalto sulla stampa ed ho risposto a due interviste radiofoniche (su RTL e su "Hollywood Party" di Radio Tre).
Buona lettura a tutti ed a presto

VISTO CON IL MONOCOLO

LA STORIA DEL CINE CLUB TRASFERITO IN TELEVISIONE
Venerdì 13 Settembre -mi auguro che il giorno e il numero non esercitino influenze maligne- era previsto l’inizio su Class TV (canale 27 del digitale) di un ciclo settimanale di 9 film americani da me presentati e intitolato “Amor di Cinema”. Non voglio tornare sull’argomento in se (le gentili colleghe hanno dato largo spazio alla notizia nel Mercantile di Venerdì) ma l’occasione mi sembra opportuna per riflettere, mi auguro insieme ai lettori, su quel fenomeno prevalentemente post bellico (e non solo italiano) che si è articolato per decenni, centrato sulla presentazione di un film e, possibilmente, sul successivo dibattito fra gli spettatori (superstiti, straniti e malparlanti secondo Paolo Villaggio). Per la verità le radici affondano in Italia nel fenomeno tipicamente pre-bellico dei cosiddetti Cineguf, dove all’interno dei Gruppi Universitari Fascisti, i giovani appassionati di cinema trovavano modo di vedersi, di discutere, di conoscere ghiotti film stranieri altrimenti inarrivabili e, in buona parte, di prepararsi ad un intensa vita politica nel dopo guerra, da tutte le parti delle barricate. Ma fu nel dopo guerra che il fenomeno dei Film Club, dei Cine Club, dei Cineforum (uniti appunto dall’amor di cinema ma divisi spesso da barriere ideologiche) acquistò un peso ed una rilevanza ben conosciuti. A partire dagli anni ’60 un gruppetto di persone di cui facevo parte anche io (si andava da Rondi a Di Gianmatteo, Pintus, Savio, eccetera; l’ultimo erede è stato Vieri Razzini) ne ha introdotto l’uso e la pratica in televisione. Per almeno tre decenni tramutammo il piccolo schermo in una sorta di Circolo con milioni di soci, costretti, speranzosi o riluttanti, a sorbirsi le nostre facce e le nostre parole prima dei film, allora rari e sontuosi, in televisione, ed a volte anche dopo, con dibattiti austeramente autorevoli ma, almeno, privi degli insulti tipici dei “Talk Show” delle televisioni di oggi. Questa mirabile ma forse fragile liturgia di immagini e di parole ha ancora un senso profondo al giorno d’oggi? Mi piacerebbe ricevere una risposta dai lettori, i quali, forse, non hanno neppur voglia di impegnarsi… Ma possono pur sempre scrivermi all’indirizzo e-mail.
(TITOLO ORIGINALE: QUEL VECCHIO CINE CLUB TV, CON MILIONI DI SPETTATORI)

2 commenti:

Rita M. ha detto...

Ritornasse questa formula! Sono sicura che risolleverebbe le sorti di molti palinsesti, appesantiti (o eccessivamente alleggeriti) da programmi inutili e pieni di ignoranza e volgarità.

Rosellina Mariani ha detto...

Cineclub e Cineforum...come è piacevole ascoltare chi sa più di te ...quante cose imparate ...mi piacerebbe molto continuare ad imparare scoltando gli addetti ai lavori!
Grazie per questo articolo