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14 novembre 2012

VISTO CON IL MONOCOLO


Ecco la decima puntata della mia rubrica settimanale apparsa sul Corriere Mercantile 12/11/12. 


10-CON L'INNO DI MAMELI RISCHIAMO LA BOCCIATURA
Una norma approvata al Senato, e già approvata dalla Camera, rende definitiva una disposizione riguardante il così detto Inno di Mameli. E’, in qualche modo, dall’avvento della Repubblica l’inno italiano (anche se non so quando e come questa ufficialità sia stata formalmente ribadita per legge). Ma da oggi è anche materia di insegnamento obbligatorio nelle scuole. Con 208 voti a favore, 14 no e due astenuti la pronuncia del Senato rende definitiva questa decisione. Che naturalmente ha sollevato la prevedibile opposizione della Lega Nord (a cui credo dispiaccia particolarmente il brano in cui si dice “(…) dov’è la vittoria, le porga la chioma, che schiava di Roma, iddio la creò (…)”. E’ quella più inattesa, dell’Associazione Nazionale dei Présidi il cui Presidente Giorgio Rembado parla di “visione ottocentesca” trovando anacronistico e sbagliato che “il Parlamento si occupi dei contenuti dell’insegnamento”. 
Ripeto. Non mi pare un argomento di una decisiva importanza tale da fargli sopportare la lunga trafila legislativa prevista dal nostro bipartitismo perfetto. Tuttavia, visto che perfino i calciatori hanno imparato le parole dell’inno, farne oggetto di studio nelle scuole può ribadire la profonda dipendenza dell’immaginario collettivo italiano dal gioco del football. Su due piedi non saprei dire se e quanti sono gli inni nazionali tutelati dalle leggi dei rispettivi Paesi. Ad esempio la Marsigliese (ammettiamo che la musica di Rouget de l’Isle sia più trascinante di quella del maestro Novaro) è prevista dalle leggi francesi o è solo un simbolo vocale e sonoro di tutto un momento della storia di Francia? E, a parte il profondo radicamento nella tradizione nazionale, quale è l’assetto giuridico che concerne il God Save the Queen (o, secondo i casi, the King)? Lo stesso inno nazionale americano, The Star Spangled Banner, è di fatto ufficiale o solo ufficioso? E altrettanto dicasi per quello tedesco (dove si è conservata la musica ma si è tolto il brano che diceva “Deutschland, Deutschland Über Alles”).
Gli unici che potrebbero ufficialmente compiacersi sono i genovesi, visto il luogo di nascita di Mameli (pur di origine sarda) e di Novaro. Ma non lo farà nessuno.

Claudio G. Fava
(battute 2.198)

1 commento:

Rosellina Mariani ha detto...

Io sono contenta di questa disposizione , a me l'Inno di Mameli piace!