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7 ottobre 2010

Un presente sempre più veloce e sempre più triste

Per concludere il discorso di ieri sugli spaventosi cambiamenti di vita e di abitudini che ci impone oggi la velocità con cui trascorre il tempo, vorrei tornare rapidamente sull’argomento del telefono e affrontare quello riguardante i computer.
Il telefono fisso non era solo un sistema di corrispondenza fonetica ma un simbolo fondante delle famiglie. Quando si arrivava a mettere il telefono voleva dire che si era approdati ad un minimo di solidità morale e civile. Il telefono rappresentava una conquista ed un simbolo. Inizialmente era un apparecchio a muro che godeva di una naturale autorevolezza proprio perché sporgeva dalla parete come una macchina ed un feticcio. Adesso col telefonino la gente parla anche con paesi stranieri ma io sono cresciuto in un mondo di difficili ed eroiche comunicazioni tra città e città. C’è un film del 1954 di Gianni Franciolini (opera graziosa per l’epoca e ricca di ammiccamenti romani) intitolato significativamente “Le signorine dello 04” . Lo 04 era appunto il numero di centralino della SIP a cui bisognava rivolgersi per richiedere le cosiddette “intercomunali”, vale a dire le telefonate che superavano i ristretti confini territoriali. A seconda del prezzo che si pagava si andava da un minimo “normale”, che spesso implicava lunghe attese quando la linea era affollata di richieste, sino al massimo che era l’”urgente”, ovviamente molto più cara ma dotata di un diritto di prelazione. Era tipico del momento l’espressione rabbiosa del commendatore di turno che chiamava lo 04 e gridava “Signorina, allora me la faccia urgente, non posso aspettare all’infinito!”, tutto il funzionamento del meccanismo riposava, come implica il titolo stesso del film, sulle impiegate del centralino e sulla loro maggiore o minore efficienza lavorativa. Esse avevano contatto con le colleghe delle altre città, ragazze che non avevano mai visto (proletari e piccolo-borghesi all’epoca viaggiavano molto poco) ma con le quali, durante gli anni, finivano con lo stabilire rapporti di autentica amicizia. Se ricordo bene tutto questo c’è nel film, dove fra le telefoniste figurano Antonella Lualdi, Giovanna Ralli e Marisa Merlini, mentre Franca Valeri, come sempre geniale, impersona la severissima capo-turno, in uno di quei ritratti di carattere che furono una delle più toccanti manifestazioni del suo grande, insuperabile talento di attrice.
Naturalmente gli apparecchi di casa avevano quel disco numerato che per noi era il simbolo stesso del telefono, ove trovavamo i numeri ruotandoli devotamente per stabilire una connessione, e che i giovani di oggi, abituati se mai ai tasti dei telefoni fissi ed ancor più a quelli minuscoli dei telefonini, ignorano completamente. L’idea stessa della teleselezione costituì una sorta di rivoluzione silenziosa. Mi ricordo ancora oggi Roberto Rossellini che me ne parlava col tono di chi racconta una favola affascinante. Mi diceva: “Sai, prima del numero ne fai un altro che si chiama prefisso e che ti mette in linea automaticamente. Pensa che puoi parlare con Parigi e in questo modo ottieni automaticamente il numero dell’appartamento che cerchi.” Mi ricordo ancora il sapore di mirabile stupefazione che lievitava nella sua voce, affine a quello che animò il suo cinema degli ultimi anni, tutto teso verso una sorta di auto-compiacimento didattico.
Molto più recente del telefono è ormai l’uso del computer. Non c’è dubbio sul fatto che l’umanità di oggi si divide tra chi usa e chi non usa il computer. Fra i primi praticamente tutti i giovani e i giovanissimi, fra i secondi molti vecchi della mia età, più di quanto si creda, ma come me in qualche modo spaventati da uno strumento che travalica tutte le loro precedenti esperienze di vita. La sostituzione stessa delle lettere normali con gli e-mail costituisce una rivoluzione silenziosa contro un passato antichissimo e radicato nei nostri animi. Cioè quello della posta cartacea, che rappresentò per secoli il simbolo più evidente dell’utilità dell’alfabeto e della scrittura. E’ tutto un mondo che ci stiamo rapidamente lasciando alle spalle, via via che i computer si perfezionano. Sembra quasi incredibile che la fortuna di una grande famiglia della nobiltà europea, i Thurn und Taxis, derivante dagli italiani Torre e Tasso, sia stata costruita grazie al’idea rivoluzionaria di dar vita ad una rete europea di recapito di lettere, quando ancora il continente era frazionato in centinaia di stati grandi e piccoli. L’impatto fu così forte che dal secondo nome della famiglia è nato quel comodo veicolo di trasporto cittadino che, a seconda della lingua, si chiama Taxi o Tassì.
Il computer non è solo una forma fulminea di missiva, ma è anche una terribile fonte di informazioni. Sempre di più ci abituiamo a rinunciare alle Enciclopedie ed ai manuali di consultazione. “Mettilo su Google e vediamo cosa dice”, è una frase ormai diventata una riflessione di uso comune. Secoli di lavoro di amanuensi e di bibliotecari, durati fino a pochi anni fa, sono stati ripudiati da una mano miracolosa ma maligna. Nel mio piccolo mi ricordo le fatiche che facevo ancora in un recente passato (libri, riviste, pubblicazioni varie da individuare e sfogliare, eccetera) per stabilire con sicurezza una filmografia. Adesso, soprattutto se si tratta di un film americano, vado su IMDB (International Movie Data Base) e il passato mi salta agli occhi. In questo caso abbiamo almeno un referente formale. Nessuno si chiede cosa nasconde IMDB. Ma mi è bastato mettere in Internet (appunto!) il termine “IMDB history” per stabilire che uno dei suoi fondatori è stato Col Needham, un ingegnere di Bristol che ne è diventato poi direttore generale sino a quando la società nel 1999 è stata ceduta ad Amazon, una sorta di multinazionale che vende libri, DVD, CD, permette di scaricare musica in formato MP3, e commercia inoltre, on-line, in computer, software, videogiochi, apparecchiature elettroniche, mobili, cibo e giocattoli. (Ho usato il minor numero di parole inglesi possibile ma spesso si tratta di una scelta forzosa ed inevitabile).
Mi pare con queste considerazioni di aver per ora esaurito il tema telefoni ed il tema computer. Ma non è detto. Può darsi che a qualche lettore vengano in mente altre considerazioni e le aspetto a piè fermo.

Claudio G. Fava

1 commento:

Enrico ha detto...

Uso spessissimo Google per acquisire rapidamente informazioni,ma sovente le verifico sucessivamente su fonti cartacee.Certamente per cinema,musica e immagini (in piena legalità,naturalmente !) è una manna.Per fare un esempio : stamattina ho potuto ascoltare su Youtube una canzone tratta da un concerto dei Genesis tenutosi nel 1972 cui avevo assistito.Non nascondo che è stata una fortissima emozione.Il telefonino ? mi è utile per l'agendina dei pro-memoria,che uso accanitamente.Rovescio della medaglia : ho perso l'archivio dei miei dischi,che era su carta,dopo averlo malamente passato sul computer.Dico la mia banale : usare con moderazione computer e telefonini (guai a berciare in pubblico!) e non prendere tutto quel che passa la rete per oro colato.Anche per me il presente è sempre più veloce e triste.E sta ancora accelerando.Cordiali saluti.Enrico Paganelli