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20 luglio 2010

LA POSTA DI DOC HOLLYDAY (6)


Apprendo che Film Doc sarà senza posta ? Mai ! Al signor Doc Holliday tanti auguri perché continui.
ELIANA E LE ALTRE del Lumière

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Leggo la sua posta nel numero 45 della rivista. Caro Doc Holliday ci mancherebbe altro che smettesse la rubrica. Anzi, già che ci siamo mi risponda un po'. Quale è il primo film che ha fatto Johnny Depp ? E lei lo giudica un buon attore o no ? Lei è sempre più forte. Continui. Tanti cari saluti cinefili.
MARIO DI NERVI

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Gentile Claudio G. Fava, io scrivo raramente alle rubriche di posta perché le immagino sempre sommerse di corrispondenza abbondante e svariatissima, perciò mi affretto a scriverle dopo aver letto sul numero 45 che ultimamente c'è stata penuria di lettere. Non sarà colpa della pausa estiva che, secondo me, i cineclub della nostra città si concedono troppo lunga? E perché, telefonando a un cineclub genovese a settembre inoltrato per avere notizie circa la riapertura, si sentono ancora registrati nella segreteria gli auguri di buone vacanze, anziché le informazioni sull'inizio della nuova stagione? Secondo me gli spettatori dei cineclub dovrebbero essere un po' più coccolati.
Potrei avere un suo parere sul film "La ville est tranquille"? A me è sembrato bellissimo. In questo genere di film apprezzo molto la capacità di inserire vicende private in un contesto sociale di idee, di passioni o di crisi delle ideologie, senza appesantire (operazione che riesce difficilmente, mi pare). Altra domanda: potrebbe suggerire dieci film "irrinunciabili" in un percorso di formazione per studenti di scuola media superiore? Personalmente, riuscirei a indicare libri "irrinunciabili", ma con i film mi riesce più difficile. Ultima domanda: perché non la vediamo da qualche tempo in TV, in qualche bella trasmissione superintelligente come, per esempio, "La principessa sul pisello", insieme ai bravissimi De Antoni e De Fornari? Grazie e buon lavoro!
Qualunque sia la sua futura rubrica, la leggerò sempre volentieri.
P. CANEPA - Genova
Confesso che ero incredulo quando ho letto la posta. Mi son quasi commosso. "Vuol dire" (come facilmente si usa a Genova, ricalcando il "voeu dì" del dialetto) che qualche cosa su Film D.O.C. abbiamo seminato tutti insieme, e che io, in particolare, in tanti anni di attività (il mio primo articolo firmato destinato ad un quotidiano apparve nella "Gazzetta del Lunedì" nel 1949: era in realtà un settimanale ma i genovesi conoscono la differenza) ho stabilito preziosi, forse inestimabili legami con i lettori.Grazie a tutti, di cuore.Grazie ad "Eliana e le altre" del Lumière, firma che mi fa pensare irresistibilmente ad un film di Jean Renoir, appunto "Eliana e gli uomini". Nell' originale si chiamava semplicemente "Ėléna et les hommes"; nella versione italiana è diventato appunto "Eliana", sicuramente più elegante.Grazie al fedele Mario di Nervi, a cui rispondo subito. Johnny Depp è certo un buon attore ma non pare che abbia risolto completamente gli interrogativi che ci ha posto sin dalla giovinezza. Si avvicina ormai alla quarantina (è nato a Owensboro, Kentucky, il 9 giugno 1963) e il suo esordio risale al 1984 in "A Nightmare on Elm Street" ("Nightmare - Dal profondo della notte) di Wes Craven. Da allora più di trenta film, in cui quasi sempre si concede a personaggi, come scrive Jean Tulard, "lunaires, fragiles et décalés" (lunari, fragili e sfasati). Nel 1995 scriveva a.(driano) p.(iccardi) nella nota dedicata all'attore, contenuta nel Dizionario dell'eccellente "Annuario del Cinema- Stagione 1994/1995", pubblicata a cura di Gualtiero De Marinis nelle edizioni di "Cineforum": "…….E' un bel po' che Johnny Depp sta nel giro. Dopo tutto ha 32 anni (adesso ne ha 38- n.d.r.). nonostante la sua aria di eterno adolescente, appena (ma proprio appena) un po' tenebroso (…) ora Giovannino vanta un carnet ricco di ottime referenze, da Waters a Kusturiça, da Burton (alter ego?) a Jarmusch. Garantito che ci darà ancora da parlare di lui". In effetti è proprio quello che stiamo facendo qui, parliamo di lui, e non mi pare che le sue interpretazioni di questi ultimi anni (pur numerosissime dal 1996 ad oggi, grosso modo una quindicina di film) abbiano spostato di molto le possibilità di giudizio, su un attore dotato e volutamente nevrastenico. Per scrupolo ho controllato in internet. Ci sono a lui dedicati numerosissimi siti, alcuni dei quali allestiti da ammiratrici che giurano essere egli l'uomo più bello del mondo. Poiché questo tipo di entusiasmo si ripete anche in siti dedicati ad altri, sono affermazioni significative ma da prendere sempre con le molle (come dice Bruno Pizzul parlando di una semisconosciuta squadra dell'Est).Infine grazie alla signora Canepa, a cui, e me ne dispiace, ho forse tolto qualche illusione sulle rubriche di posta con i lettori. Non condivido completamente il suo entusiasmo su Guédiguian, di cui peraltro in Italia sono stati importati pochi film, direi fra gli ultimi (sicuramente "Marius e Jeannette" (1997), "Al posto del cuore" (1998), "A l'attaque!" e appunto "La ville est tranquille" del 2000). Il lato militante del regista francese dal nome armeno - che lo avvicina in questo a Ken Loach, però più trotzkista e meno cosmopolita - va di pari passo con la riscoperta recente di Marsiglia come città "orientale", tipica anche nel romanzo giallo-nero di questi ultimi anni, si veda Izzo. Io sono sempre un po' perplesso di fronte alle tranches de vie zola-militanti ma non è detto che non si possa riprendere il discorso. Così come sugli altri temi: Cine club, 10 film fondamentali e rubriche con Gloria e Oreste...Risponderò anche al signor Piero Siebaldi giunto, ahimé, fuori tempo massimo. Il dentista di Tombstone lo saluta.
(Pubblicato sul n° 46 Gennaio-Febbraio 2002 p. 16)

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