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20 luglio 2010

LA POSTA DI DOC HOLLIDAY (7)

1) Stimatissimo dottor Fava, rispondo alla sua nota ove minaccia "gravi" ripercussioni per chi la legge. Voglio scongiurare detta affermazione anche perché ritengo importante la sua parola forbita pronunciata sempre con una sagacia e una amabilità fuori della norma corrente che privilegia la villania e la imbecillità imperante. Per godere di una sua risposta le propongo un gioco che spesso si fa a malincuore perché troppo ristretto e sempre costretto a far fuori altre delizie personali. Vorrei da lei elencato quanto segue: 1) I cinque film da portarsi in un'isola deserta con schermo. 2) I cinque libri di letteratura al seguito. 3) I cinque libri sul cinema da possedere assolutamente. 4) Le cinque colonne sonore a lei più care. 5) Le cinque canzoni sue predilette. 6) I cinque registi a cui è più affezionato. 7) I cinque attori preferiti. 8) Le cinque attrici preferite. 9) I film della sua vita. 10) L'aforisma che preferisce in assoluto. Le ho fatto lo sconto perché di solito si fa la "Top Ten" per cui più arduo sarà il non facile conto. Da parte mia amo visceralmente. Orson Welles, François Truffaut (l'anno scorso sono andato ad omaggiare la sua tomba a Parigi con un semplice fiore), Alfred Hitchcock, Fritz Lang, Carl Dreyer, ecc. ecc. Sperando che receda dal suo atto minaccioso continuerò a seguirlo su codesta interessante pubblicazione e su Raisat Cinema. A buon arrivederci !!!
Suo aff.mo BOTTI Orlando, via delle Ginestre 22, Imperia.
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2) Gentile signor Fava, non è la prima volta che la disturbo per pareri e consulenze varie….La prima volta fu circa 30 anni fa, quando, durante una cena tra ragazzi a casa mia, sorse una discussione sul nome di un certo regista di un certo film. Per sbloccare la situazione di stallo qualcuno di noi disse: "Qui ci vorrebbe Claudio G. Fava" (si, lo ammetto, tutti noi, nominandola, abbiamo detto sempre per esteso il suo nome, soprattutto proprio la "G", quasi un vezzo, più nostro che suo !) Io risposi che non c'erano problemi: "Gli telefono" dissi suscitando divertita perplessità. Mi andò bene. Cercai sull'elenco telefonico e trovai nome e indirizzo (mi sbaglio, o abitava nella zona di Circonvallazione a Monte?), composi il numero, mi rispose lei personalmente, risolse immediatamente il quesito con la (consueta) competenza, cortesia e ironia - non ce n'è mai abbastanza! - facendomi quindi fare un figurone. Da allora ne è passata di pellicola, ma ogni volta che me la sono trovata davanti (al cinema, alla TV o sorseggiando un Negroni) ho sempre potuto apprezzare queste sue doti. Sì, ma dove voglio arrivare con questa sviolinata? E' semplice: non voglio privarmi dell'egoistico piacere che Claudio -GI - Fava , pronto a snocciolare nomi e date e soprattutto pareri e commenti sul cinema e il mondo che lo popola. E quindi le do subito da lavorare con due o tre domande (serie o meno ) su "La caduta degli Dei" di Visconti che abbiamo rivisto al Lumière di Genova. All'uscita i pareri erano discordi ; chi parlava di capolavoro, chi di polpettone indigeribile. Lei che ne pensa ? Due le domande "frivole": in una sequenza la Thulin fuma una sigaretta identica a quelle di oggi, corta, bianca, con il classico filtro marroncino. Era, secondo lei, una sigaretta disponibile nei primi anni '30? Ne abbiamo dubitato, pur conoscendo il maniacale perfezionismo di Visconti. Infine nei titoli di coda non sono apparsi i doppiatori: la mia impressione è che Berger e Bogarde fossero doppiati da un giovane Giancarlo Giannini e dal drammaticamente scomparso Vannucchi. Mi può ragguagliare ? Grazie. Ed ora spero di poter stare tranquillo ancora -almeno- per qualche altro numero di Film DOC. Con affetto. Aldo BEZANTE, via Borgoratti 22/13, 16132 Genova

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3) Caro dentista di Tombstone (eh eh), non sono rimasto insensibile al suo grido di dolore e come me penso molti spettatori/lettori: spero in un massiccio invio di lettere in modo che le sue risposte ci riservino ancora per molto le usuali delizie e "chicche". Approfitto quindi del suo...richiamo per chiederle cosa ne pensa della sparizione dei vecchi film dai circuiti.
Già ai tempi del glorioso "Filmstory" (via Caffaro) era impossibile riuscire a rivedere una serie di vecchie e amate pellicole. Ne elenco alcune: "Harakiri" di Kobayashi, "Lo spettro" di Riccardo Freda-Robert Hampton, "Sangue caldo" di Wilson con il grande Mitchum. Non dimentico il piccolo schermo: il memorabile film TV di Fassbinder "Il mondo sul filo" vale mille volte le insulsaggini che ci vengono propinate a ripetizione: ebbene, è scomparso.
Per finire, ricordo all'inizio degli anni 70 di aver rivisto, mi pare al vecchio "Italia" di Tommaseo, "I tre banditi" di Boetticher: scomparso anche lui. E "I sette assassini", presentato dopo restauro giusto un anno fa in occasione del Torino Film Festival, quando lo vedremo, magari anche solo in cassetta?
Grazie per la risposta, le auguro ancora un mucchio di lavoro su FILM D.O.C.
Piero SIEBALDI. Genova.

Il povero Piero Pruzzo, "tiraillé" fra i legami dell'amicizia e i doveri di direttore, ha dovuto darmi una intera pagina, (circa 8700 battute, secondo gli abituali criteri giornalistici di misurazione) per consentirmi di rispondere, per la seconda e penso ultima volta, alle numeroso lettere di lettori che mi hanno scritto per indurmi a non sospendere le lettere a D.O.C. Holliday. Dire che son rimasto commosso da una sorta di plebiscito affettuoso oltre ogni dire, è poco. Del resto credo di averlo già scritto la volta scorsa e non voglio dar l'impressione di esagerare. Mi sono anche chiesto se qui dovevo tagliare le lettere e togliere tutti gli elogi e i complimenti che in esse mi vengono rivolti. Poi, forse anche colto fa un soprassalto di irrefrenabile vanità, ho deciso di lasciar tutto Si tratta di una manifestazione così sincera e toccante di affetto reale, che in fondo non ho il diritto di nasconderla, anche perché è il massimo che un giornalista possa augurarsi, soprattutto verso la fine della sua carriera. E cioè la prova provata, come si dice, che nel corso degli anni e dei decenni, riuscito a stabilire con il suo pubblico un rapporto di reciproca fiducia.
In compenso mi resta poco spazio per rispondere a tutti. Cercherò di farlo nel modo più conciso e contratto, rimandando alla prossima volta una lettera e qualche ulteriore precisazione. Ho numerato 3 lettere e così posso numerare le risposte:


1. Cinque film: "Otto e mezzo", "Ombre rosse", "La grande illusione, "Paisà", "L'armata degli eroi". Cinque libri: "Guerra e pace", "Kim", "Il mulino del Po", "42° parallelo", "I tre moschettieri". Cinque libri sul cinema: i dizionari di Morandini, Mereghetti, Maltin, Halliwell, Di Giammatteo oppure di Katz oppure il "Dictionnaire du Cinéma Larousse". Salto le colonne sonore. Le cinque canzoni: "Ma l'amore no", "Douce France", "Polvere di stelle", una a scelta di Brassens, "Ma mi". I cinque registi: Melville, Billy Wilder, Fellini, John Ford, Truffaut. Cinque attori: Philippe Noiret, Humphrey Bogart, Robert Redford, Louis Jouvet, Jean Gabin (e tanti altri). Cinque attrici: Alida Valli, Katharine Hepburn, Audrey Hepburn, Michéle Morgan, Jodie Foster (e tante altre, moltissime, da Simone Signoret a Glenda Jackson). I film della mia vita: troppi per elencarli qui. Tornerò sull' argomento in una delle prossime puntata insieme al problema di scegliere un solo aforisma. Grazie du tutto e mi saluti Imperia. Via delle Ginestre è a Porto o a Oneglia ? (mia padre era di Porto, ecco il perché della domanda).


2. Grazie mille del lontano ricordo e della telefonata a casa mia (per l'esattezza abitavo in via Assarotti, al 18). Ho telefonato per conferma all'impareggiabile Enrico Lancia, schedatore principe ed espertissimo nella storia del nostro doppiaggio, che mi ha confermato quel che lei pensava: in "La caduta degli Dei" Giannini doppiava Berger e Vannucchi Dirk Bogarde. E poi Anna Miserocchi la Thulin, Amelia Martello la Rampling, Sergio Graziani Helmut Griem, eccetera. Il ricordo che ho del film è sostanzialmente positivo, come tanto cinema della parte finale della carriera di Visconti, restituito finalmente agli amori melodrammatici ed alla illustrazione di casta, che erano le cose che sapeva fare meglio. Il problema della sigaretta mi ha messo in crisi; cercherò di informarmi.


3. I film scompaiono e vengono distrutti a ritmo accelerato (una delle tre fabbriche si trova anche in Liguria, credo.) Per gli altri non so. Per Boetticher chiederò a Steve Della Casa, Direttore del Festival di Torino, che si é addirittura laureato con una tesi sul regista - torero.


Rimando al prossimo numero la cara lettera della signora Mancuso.
Ho esaurito lo spazio. Scrivete e , mi raccomando, siate severissimi.


(Pubblicato sul n° 47 – Marzo-Aprile 2002 p. 16)

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