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3 aprile 2008

La posta di D.O.C. Holliday (12.a. puntata)

- LA POSTA DI D.O.C. HOLLIDAY -
Caro D.O.C. Holliday, da alcuni numeri non trovo più su "Film D.O.C." i "Passatempi sotto lo schermo". Come mai questa simpatica rubrica è stata abolita ? (Intendo) l'angolo del (Cine) Quiz, con le sue belle fotografie dei film di una volta e con gli attori e le attrici con cui abbiamo trascorso assieme tante ore nelle buie sale cinematografiche….. Quei cari volti mi facevano affiorare una marea di ricordi ed era anche un bell'esercizio di memoria individuare il film o i protagonisti a cui la foto si riferisce. Mi auguro di rivedere quanto prima la rubrica. In tale speranza mi è gradito porgere cari saluti per Lei e per tutti di "Film D.O.C.". MARIO di NERVI
Ho pubblicato la lettera integralmente perché MARIO di NERVI è uno dei corrispondenti fedeli di "D.O.C. Holliday". Ma resta una lettera curiosa, perché "Passatempi sotto lo schermo" non è mai stata abolita…Per sicurezza ho chiesto conferma a Piero Pruzzo ed il Direttore mi ha ribadito che da quando è apparsa la prima volta la rubrica di Sergio Labriola è sempre stata mantenuta. Può darsi che qualche volta, per ragioni di spazio, le fotografie siano state rimpicciolite o ne sia stata pubblicata soltanto una, ma la rubrica non è stata mai abolita. "Le ragioni di spazio", se sono esistite, sono di fatto colpa mia, perché la mia rubrica sovrasta, nella pagina, quella dei "Passatempi". Ed è questa una buona lezione perché io controlli la misura delle mie risposte.

(….) Il mio problema è: alla mia morte a chi posso lasciare le mie foto con autografo raccolte in tanti anni ? Vorrei un consiglio affinché non andassero disperse e non vorrei che andassero a privati o enti privati ma che il pubblico - che non le ha mai vedute - un giorno potesse vederle. (……) Grazie per eventuali consigli, saluto cortesemente. GIULIANO POGGI, GENOVA - STURLA

Ho accorciato, per motivi di spazio, l' interessante lettera del signor Poggi. Va detto, che incuriosito (egli ha aggiunto indirizzo e telefono, che ho omesso per discrezione) gli ho telefonato, abbiano parlato a lungo, ho scoperto che la sua collezione non è solo cinematografica - gli autografi vanno da Fidèl Castro all'ammiraglio Doenitz, durante la seconda guerra mondiale comandante dei sommergibili tedeschi, poi, succedendo a Reader, dell'intera flotta tedesca, e infine, dopo la morte di Hitler, suo successore, per pochissimi giorni, nella carica di Capo dello Stato (gli alleati lo arrestarono e lo processarono a Norimberga condannandolo a 10 anni di carcere) - sicché alla fine l'ho invitato a telefonare all'Agis ed prendere un appuntamento con Piero Pruzzo per vedere se e che cosa si potrebbe fare per la sua collezione.

(….) c'è una cosa che mi ha lasciata perplessa. Mi riferisco al comportamento della critica che, al momento del Festival di Cannes 1999 aveva fatto tante rimostranze gridando vergogna per i premi toccati a "Rosetta" e a "L'Humanitè" invece che al film di Almodòvar. Sembrava che avessero compiuto un delitto. Ora vedo che "Rosetta" viene incensato e ne dicono benissimo. Io l'ho visto e sono d'accordo che è un film importantissimo, che più ci pensa e più si apprezza nello stile e in quello che fa riflettere. In confronto "Tutto sia mia madre" è una specie di melodramma, girato bene, ma anche tanto ambiguo e cinico. C'è una bella differenza con "Rosetta". Secondo me la Giuria di Cannes ha avuto ragione. Ma perché i critici se ne accorgono solo ora. E Lei che cosa ne pensa ? Scusi lo sfogo. Grazie anticipate. Ossequi. ANTONIETTA BOLLO. GE- CORNIGLIANO

Come sa, lei non disturba mai (ho tagliato l'inizio per brevità). Le darò alcuni consigli alimentati da quasi mezzo secolo di lavoro in questo campo. Prima di tutto: non prenda mai troppo sul serio la critica. Secondo: ai Festival , soprattutto in quelli maggiori ,e faticosi, come Cannes, i critici sono stanchi ed eccitati ed arrivano al "Palmarès" molto simili agli Ultrà l'ultima giornata di Campionato. Terzo: l'elenco degli errori fondamentali ai Festival commessi dalla stampa è superiore anche a quelli compiuti dalle varie Giurie. Quarto: gli attacchi violenti sono spesso quelli portati dai critici dei quotidiani che lavorano "sul tamburo" e quindi sono più portati a sbagliare. Spesso i collaboratori delle riviste, specializzate o no, sono più saggi, sia per ragioni varie di selezione specifica, sia perché hanno più tempo per leggere, informarsi, parlare con amici, rivedere i film con maggior calma di quella concessa dagli orari incalzati dei Festival e dalle corse che si fanno per arrivare in tempo alle proiezioni e per scrivere uno o più pezzi quotidiani (ho lavorato per un quotidiano per più di vent'anni e so di che cosa parlo). Infine per quel che riguarda ad esempio "Rosetta" ho consultato "Internet" ed ho trovato critiche molto positive in America, nella rivista "Time" e nel quotidiano "Chicago-Sun Times" a firma di Roger Ebert, critico rispettatissimo negli Usa, che ha un suo sito Internet ricco di sezioni e di spazio. In Europa due autorevolissime riviste di cinema, i mensili "Sight and Sound" (inglese) e "Positif" (francese) dedicano al film ed ai due registi, i fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne oltre che alla giovane protagonista Emilie Dequenne (Palma d'Oro anch'essa) lunghi articoli pieni di rispetto e di attenzione. Come vede non tutti si sono sbagliati…In quanto ad Almodòvar, non me parli. E' oggetto di una venerazione internazionale, ormai acritica e liturgica, che non cessa di lasciarmi sbalordito. Riconosco le sue bizzarre qualità di animatore di commedie drammatiche e stralunate, in una Spagna cupa e translucida, trasversale ed umidiccia, e il merito di aver saputo allevare un notevole gruppetto di attrici ricche di "punch"..Più in là non vado. Ma forse l'ho già scritto in passato e non voglio ripetermi.
(Da "La posta di D.O.C. Holliday", "Film D.O.C.", anno 8, n. 38, Mag.-Ago. 2000)

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